Il richiamo del tuo vero nome: come riconoscere chi sei sotto ciò che ti hanno insegnato a essere
Quante volte ti sei sentita inadeguata senza capire davvero il perché? Hai mai avuto la sensazione che ci fosse qualcosa che ti trattiene, che ti blocca, ma non sai spiegare cosa sia?
Magari ti sei detta che è solo stanchezza, che stai esagerando, che devi solo essere più forte. Ma dentro di te una voce sottile insiste: “C’è qualcosa che non torna…”.
E se questa sensazione avesse radici più profonde di quanto immagini? Se non tutto quello che senti fosse davvero tuo?
Questo è il "mondo" dei blocchi inconsci e della memoria familiare: una dimensione invisibile, ma potentissima, che può condizionare in modo silenzioso ma incisivo le tue emozioni, le tue scelte, perfino la tua identità.
La memoria familiare: ciò che ereditiamo senza saperlo
La memoria familiare non è solo ciò che ci viene raccontato, ma anche ciò che non viene mai detto. È fatta di silenzi, segreti, paure, traumi che passano da una generazione all’altra come un filo invisibile. È la somma di vissuti emotivi, credenze, schemi comportamentali che abbiamo “ereditato” non perché qualcuno ce li ha insegnati, ma perché li abbiamo assorbiti a livello profondo, spesso inconsapevole.
Ecco perché, anche se hai avuto una vita apparentemente serena, potresti portare dentro blocchi che non ti appartengono: ansie, paure, sensi di colpa o convinzioni limitanti che non nascono dalla tua esperienza diretta, ma da quella di chi ti ha preceduto.
Quando il blocco non è tuo, ma agisce dentro di te
Facciamo un esempio semplice: una donna che, pur desiderando con tutto il cuore una relazione stabile, si ritrova sempre a scappare o a sabotare l’intimità. Oppure un uomo che continua a scegliere lavori instabili, pur desiderando sicurezza. In entrambi i casi, ci potrebbe essere un blocco inconscio che affonda le radici in un vissuto familiare lontano: magari una nonna abbandonata, un padre che ha vissuto fallimenti dolorosi, un trauma di perdita mai elaborato.
La mente cosciente non lo sa, ma il corpo sì. La nostra parte più profonda registra e custodisce tutto. E se non lo portiamo alla luce, quel passato non integrato continua ad agire nel presente, creando confusione, disagio, autosabotaggio.
La guarigione profonda non è solo consapevolezza
Essere consapevoli è il primo passo. Ma la guarigione profonda avviene quando scegliamo di vedere davvero, con uno sguardo compassionevole e senza giudizio, ciò che vive sotto la superficie. Quando decidiamo di aprire spazi dentro di noi in cui accogliere ciò che non è stato detto, ciò che è stato escluso, dimenticato, nascosto.
In questo processo, non si tratta di “accusare” la famiglia o di cercare un colpevole. Al contrario: si tratta di riconoscere che tutti abbiamo fatto del nostro meglio, ma che a volte abbiamo bisogno di restituire ciò che non è nostro per poter camminare leggeri. È un atto d’amore verso di sé e verso le proprie radici.
Memoria familiare e trasformazione: un nuovo modo di abitare se stessi
Quando iniziamo a distinguere ciò che ci appartiene da ciò che abbiamo solo “ereditato”, accade qualcosa di straordinario. Sentiamo nascere dentro di noi un nuovo spazio. Un senso di libertà, di autenticità. Iniziamo a vivere la nostra vita, e non quella che ci è stata trasmessa.
La memoria familiare non è il nostro destino. È una mappa, a volte confusa, ma che possiamo imparare a leggere con attenzione e rispetto. Una volta riconosciuta, possiamo scegliere cosa portare con noi e cosa lasciare andare.
In quel momento, i blocchi inconsci iniziano a sciogliersi. Le emozioni si chiariscono. Le relazioni si trasformano. E noi possiamo finalmente camminare nel presente con un passo più leggero, uno sguardo più limpido, un cuore più libero.
Conclusione: la voce che sa
Se senti che “qualcosa non torna”, non ignorarlo. Quella sensazione è il segnale che la tua parte più saggia ti sta parlando. Ti sta dicendo che è tempo di fermarti, di ascoltare, di guardare oltre ciò che appare.
Forse non è colpa tua. Forse non è neanche davvero “tuo”.
Ma puoi scegliere cosa farne. Puoi scegliere di trasformare quella memoria in consapevolezza. Quel blocco in energia. Quel passato in libertà.
Per saperne di più visita il sito https://www.myriamlopa.it/
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Myriam Lopa
Psicologa clinica e formatrice, laureata nel 2000 all'Università di Torino, si definisce una persona altamente sensibile e una ricercatrice. Da sempre interessata alla complessità umana, ha approfondito discipline diverse, dalla PNL alla psicogenealogia, dalla neuropsicologia alla psicologia quantistica, integrandone i principi in un approccio olistico.
Dopo anni come responsabile HR, ha scelto di dedicarsi esclusivamente alla psicologia clinica e olistica, al coaching e alla formazione. Collabora con aziende di prestigio, offrendo corsi online e in presenza. Ha sviluppato un metodo personale che combina psicologia classica e spiritualità, adattandosi alle credenze di ciascuno per favorire equilibrio e armonia.
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